Le Cosmicomiche

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Di Italo Calvino

Regia di Riccardo Rombi

con Vincenzo De Caro, Riccardo Rombi, Giorgia Calandrini, Francesca Mancini, Marco Mangiantini, Dafne Tinti

luci e suono Martino Lega

 

Le Cosmicomiche è una raccolta di 12 racconti scritti da Italo Calvino tra il 1963 e il 1964.
I racconti nascono dalla sfida di coniugare l’esattezza alla leggerezza e la semplicità della favola alla precisione del linguaggio, lasciando allo spettatore, così come Calvino fa con il lettore, la completa libertà di riattivare la sua personale capacità mitopoietica e di crearsi, in un presente in cui anche la fantasia soffre di omologazione, una propria personale “cosmologia portatile”.
Nelle Cosmicomiche Calvino tenta di fissare idee astratte in forma narrativa giungendo a un punto di incontro, di coincidenza quasi ossimorica, ma pur sempre armoniosa, tra fantasia e razionalità, immaginazione libera e consistenza scientifica.
Così, a partire dalla constatazione che la nostra conoscenza e la nostra immaginazione non possono che essere antropomorfe, Calvino si sfida a «rappresentare antropomorficamente un universo in cui l’uomo non è mai esistito» e dove sembra remota la possibilità che la nostra specie possa mai esistere.

In un’atmosfera sospesa e in incessante trasformazione, tra nebulose, meteoriti, cristalli e tempeste solari, i ricordi di Qfwfq, protagonista delle Cosmicomiche assieme alla sua incredibile parentela, diventano le uniche coordinate di una storia: quella dell’origine e dell’evoluzione dell’universo.
La scelta registica è caduta su due episodi de “Le Cosmicomiche”: “Sul far del giorno” e “I Dinosauri”.
Il primo episodio narra delle delle prime sconvolgenti variazioni nell’universo fino alla comparsa della luce solare.

«Ritornò il buio. Credevamo ormai che tutto ciò che poteva accadere fosse accaduto […] invece la Terra aveva appenadato uno dei suoi soliti giri. Era la notte. Tutto stava solo cominciando».

Il secondo episodio ci sposta in una preistoria per noi più “quotidiana” e ci parla dell’estinzione e della sopravvivenza dei dinosauri in un mondo trasformato in cui questa specie non è più predominante e deve far conto con l’esistenzadi una specie altra: quella dei Nuovi.

«Il mondo era cambiato: non riconoscevo più né i monti né i fiumi né le piante. La prima volta che scorsi degli esseri viventi mi nascosi; erano un branco dei Nuovi […]»

Suggestioni scientifiche si trasformano in visioni fantastiche, una scrittura che fa ricorso alle immagini, tipica del mito, che Calvino fa rinascere “dal linguaggio più lontano da ogni immagine visuale come quello della scienza d’oggi.” E così, dietro lo sguardo sempre ironico e affascinato dell’autore, scenari stellari, flussi elettromagnetici, nubi di idrogeno, quanti, quasar e pulsar diventano ambiente e nello stesso tempo protagonisti dei diversi racconti.