Si conferma anche per quest’anno la collaborazione con l’istituto Comprensivo di Barberino di Mugello. Una collaborazione che negli anni è diventata un vero e proprio modello, poiché non si tratta di una proposta unilaterale dal teatro alla scuola, ma di un confronto e un dialogo continui con la scuola, nell’ottica di inserire pienamente le attività teatrali, di spettacolo e laboratorio, nell’offerta formativa e didattica dell’Istituto. Naturalmente, tutto questo è reso possibile dal supporto dell’Amministrazione Comunale, che investe in modo specifico sui laboratori e sulle attività per le scuole, in linea con l’obiettivo del Teatro e della Compagnia che è quello di fare un teatro che sia a tutti gli effetti un Bene Comune.
Il modello di Barberino si amplia poi anche agli altri Istituti Scolastici del Mugello, coinvolgendo attivamente nella nostra programmazione di matinée tutte le scuole del territorio, che sono sempre entusiaste di poter inserire il teatro nelle loro attività didattiche annuali. Abbiamo quindi attivato delle convenzioni con ditte di trasporti per permettere ai ragazzi degli Istituti di Borgo San Lorenzo, di Firenzuola, di Vicchio, di Scarperia e San Piero e di Fiesole di poter raggiungere il Teatro Corsini, diventando effettivamente un punto di riferimento per il teatro ragazzi sul territorio.
Si ringrazia l’Azienda Icap Sira per il sostegno offerto in relazione al progetto “I guardiani dell’Ambiente”, un laboratorio di sensibilizzazione ambientale realizzato per le sezioni della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo di Barberino di Mugello.
Laboratorio di teatralità mimica
Laboratorio di circo realizzato con tutte le sezioni dell’Infanzia dell’IC di Barberino di Mugello.
Teatralità Mimica è un laboratorio di teatro e circo basato sul gioco, il movimento, la comunica- zione, la gestualità verbale e non verbale, unito alla sperimentazione delle varie discipline circensi come la giocoleria, l’equilibrismo, il clown e l’acrobatica.
Laboratorio Trasversale – Guardiani dell’ambiente
La proposta è quella di attivare con le sezioni della scuola primaria un progetto trasversale, che coinvolga in maniera differente tutte le classi, per portare i ragazzi a diventare dei “guardiani” dell’ambiente che li circonda, partendo in primo luogo dall’ambiente scolastico. Il percorso avrà inizio a partire dalla lettura drammatizzata, realizzata dagli attori della Compagnia Catalyst, di un passo tratto da “Le Città Invisibili”, di Italo Calvino. La lettura sarà incentrata sulla città di Leonia, una città che a prima vista appare come un luogo ideale, ma che in realtà produce ogni giorno una quantità ingestibile di scarti e rifiuti. L’obiettivo del laboratorio sarà quello di capire come rendere la “nostra Leonia” una città ideale, nel rispetto della natura e dell’ambiente.
Progetto Bullismo – Super Boy
Il laboratorio si svolge come un percorso di accompagnamento alla visione dello spettacolo sul tema del bullismo “Super Boy”, della Compagnia delle Formiche. I ragazzi parteciperanno a degli incontri in Teatro, in cui saranno introdotti al tema del bullismo in maniera interattiva e partecipativa. L’iniziativa verrà estesa anche alle classi quinte della scuola primaria, in un’ottica di trasversalità dei percorsi laboratoriali, con particolare attenzione alle sezioni ponte. Gli incontri in teatro (circa 2 incontri), verranno organizzati tenendo in considerazione le altre iniziative promosse dall’Istituto Comprensivo sul tema del bullismo, in modo da creare un percorso il più possibile organico e funzionale.
Progetto ambiente – Freedom Theatres for Future
Il progetto freedom consiste in un percorso di laboratorio-spettacolo sul tema dei diritti civili, rivolto ai ragazzi della scuola secondaria superiore.
Verranno proposte ai ragazzi letture drammatizzate, realizzate da attori/ formatori esperti, di racconti reali ispirati a fatti di cronaca provenienti da tutto il mondo, in cui emergono le gravi lacune esistenti a livello di tutela dei diritti umani e civili.
Al termine degli spettacoli, i ragazzi saranno poi invitati dagli operatori a prendere parte ad un dibattito aperto sul tema proposto, con l’obiettivo di stimolare la riflessione e il confronto. Il dialogo sarà poi il punto di partenza per lo sviluppo di attività da svolgere in classe in autonomia o in piccoli gruppi, con il supporto dei media e dei dispositivi tecnologici.
Il progetto ruota intorno a diversi nuclei tematici, corrispondenti ad altrettanti spettacoli e percorsi.
• “Theatres For Future”, una telecronaca delle azioni svolte dai movimenti ambientalisti guidati da ragazzi negli ultimi anni, per sensibilizzare sul cambiamento climatico e sulle azioni concrete che possiamo fare per il nostro futuro.
Sotto un’atmosfera Magica e con la Musica Natalizia , entra Giulivo che cerca di costruire un albero di Natale e si fa aiutare dai Bambini a farlo.
Ovviamente essendo un clown, non si sa bene cosa ne verrà fuori, l’albero casca e ricasca più volte…le palline sono mezze rotte e poi lui ci appende calze variopinte e mutandine giganti della Befana….tutto intervallato da piccoli numeri e gag semi-magiche.
Spettacolo di 40/45 min circa, adatto a tutti i bimbi dai 3
Di e Con David Bianchi
La routine quotidiana, la concretezza di una vita che non lascia spazio all’immaginazione, la città frenetica che ti obbliga a correre lungo binari precostituiti.
Uno si sente solo, ingabbiato, dentro un qualcosa da cui difficilmente riuscirà ad uscire.
Da tutto questo nasce spontanea una domanda: cosa posso fare?
E nel momento stesso che decidi di porti questa domanda e di fermarti, arriva la fantasia.
Prima, soltanto l’insinuarsi di un’immagine, ma man mano che la vedi diventa mondo, un mondo fantastico, dove la realtà può essere ribaltata e dove tutto è possibile.
Un viaggio liberamente ispirato a Bruno Munari
di e con Pasquale Scalzi, Francesco Dendi, Edoardo Nardin
Giallo mare minimal teatro
Trame su misura è un progetto teatrale composto da differenti spettacoli incentrati su testi, editi e inediti di Renzo Boldrini che riscrive in chiave contemporanea alcune famose fiabe, utilizzando un originale stile scenico che “mixa” lettura ad alta voce, narrazione teatrale, disegno e composizione grafica dal vivo, videoproiezione e animazione di figure e oggetti.
drammaturgia Renzo Boldrini
con Renzo Boldrini
disegni Daria Palotti
animazioni in tempo reale Giovanna Mastantuoni
audio e luci Roberto Bonfanti
Pupi di Stac
La storia narra di Giovannino, non ancora “senza paura”, che deve fronteggiare la minacciosa Capra Ferrata: una buffa cantante lirica ed un goffo guardiacaccia a turno si propongono per aiutare il bambino impaurito, in cambio di regali, ma scappano terrorizzati. Un uccellino, disinteressato e generoso, fa fuggire il brutto animale rispondendogli per le rime. Giovannino impara così a distinguere i pericoli reali da quelli immaginari: è pronto per l’avventura. In cerca di fortuna e ormai “senza paura” può affrontare, tranquillo e determinato, gli spaventosi ospiti del Palazzo misterioso fino a diventarne il padrone. Tra i diversi finali che le versioni della fiaba, nella citata letteratura, ci presentano, è qui stato scelto, neanche a farlo apposta, il più lieto!
Catalyst
Età: dai 3 anni
Oh! è un libro che fa i suoni.
Oh! È uno spettacolo che ti fa giocare.
I due attori portano in scena il famosissimo libro “Oh! Il libro che fa dei suoni” del autore francese Hervé Tullet.
I libro è il vero protagonista dello spettacolo.
Il libro diventa da oggetto a soggetto della scena: si può leggere ma si può anche abitare, giocare, ascoltare, trasformare, illuminare, lanciare, rompere.
E se questo gioco uscisse da libro?
Ecco che lo spettacolo diventa interattivo e il pubblico un gioc-attore, ma senza l’utilizzo della tecnologia, solo grazie alla fantasia.
Di e con Edoardo Nardin e Daniele Giangreco da “OH! Il libro che fa dei suoni” di Hervé Tullet Scenografie_Molino Rosenkranz, Roberto Pagura Costumi_Clotilde
Musiche_ Edwin Lucchesi
Teatro del Piccione
uno spettacolo per tutti a partire dai 3 anni
Soqquadro è una parola speciale che indica letteralmente uno sconvolgimento, un rivolgimento. Alba e Aldo, i protagonisti di questo lavoro, sono due anime semplici, due persone ordinate, la cui vita viene sconvolta, capovolta, da un episodio apparentemente senza importanza: un imprevisto inciampo dentro una pozzanghera in un giorno di pioggia.
di e con Danila Barone, Dario Garofalo, Paolo Piano
scene Simona Panella e Valentina Albino
costumi Aurora Damanti
luci Tea Primiterra
elaborazione musicale Antonio Giannantonio
regia Danila Barone e Dario Garofalo
WonderLand è un metaforico viaggio di metamorfosi nell’esplorazione di sé stessi attraverso la fantasia: i personaggi non sono statici, ma sempre pronti a uno scambio di identità, vestendo nuovi abiti, indipendentemente dal genere di appartenenza e dal ruolo sociale. Si cerca di abbattere gli stereotipi, al di là delle definizioni e dei ruoli prestabiliti, come in un gioco tra bambini e bambine.
Ideazione Valentina Sechi
coreografie, regia e danza Valentina Sechi, Luca Tomao
musiche, programmazione sensoristica e sound design Alberto Maria Gatti
scenotecnica Eva Sgrò
costumi Annamaria Clemente
disegno luci Gabriele Termine
produzione Versiliadanza in collaborazione produttiva con la Compagnia TPO
età consigliata dai 6 anni
Una riscrittura contemporanea delle “Favole Telefoniche” di Gianni Rodari.
La storia segue un padre, un venditore di aspiratori stanco e spesso in viaggio, che però non rinuncia mai a raccontare una favola serale alla figlia, anche se deve farlo da lontano. Per farla addormentare con un sorriso, ogni sera inventa storie sempre più improbabili inseguendo un legame profondo con sua figlia nonostante la distanza.
di Riccardo Rombi
con Giuseppe Losacco e Dafne Tinti
età consigliata dai 4 anni
La libertà di essere se stessi, senza vincoli né obblighi, la gioia di vivere, il valore dell’amicizia e dell’amore sono alcune delle caratteristiche della bimba con le trecce rosse, unite a una dose di grande gioia e passione per la vita stessa. In scena un’attrice, aiutata da due giovani spettatori che, poco per volta, si troveranno coinvolti nel gioco del teatro. Oggetti che prendono anima e si trasformano in altrettanti personaggi, così come accade a un vecchio abito nero o a una figurina-marionetta.
Un racconto di figura dove la parola e l’immagine si fondono in un delicato equilibrio trasparente e impalpabile. Sulla scena si racconta la storia di una delle bambine/ragazzine più trasgressive e simpatiche della letteratura del XX secolo, nata dalla penna di Astrid Lindgren. Una bimba strana, all’apparenza sfortunata, che grazie alla gioia che prova riesce a trasformare le sue diversità in uno stile di vita giocoso e sereno. Uno sguardo “pulito” che non accetta compromessi e che affronta i rischi con coraggio e astuzia. La capacità di vivere la quotidianità con fantasia e amore fa di lei una figura dalle mille sfaccettature, e per questo il gioco della conoscenza si fa sottile e intrigante.
testo Roberta Colombo
regia Andrea Monticelli
con Roberta Colombo, Andrea Monticelli
consulenza musicale Mauro Monticelli
Liberamente ispirato a Pippi Calzelunghe
Alice Cascherina è una bambina molto molto curiosa. La sua curiosità e la sua gioia di vivere la portano a cacciarsi sempre nei guai, infatti, cade sempre e dappertutto, ma non nel senso che inciampa: Alice cade “dentro” le cose. Durante una noiosissima giornata di pioggia, in cui non c’è proprio niente da fare, Alice, svogliatamente, prende dallo scaffale un grosso libro di fiabe e in un batter d’occhio ci cade dentro. Comincia così la sua avventura.
con Alessandro J. Bianchi, Michela Cioni, Paolo Ciotti, Alessandra Comanducci, Thomas Harris, Camilla Pieri
scenografie Lorenzo Brinati, Francesca Vitale
luci Diego Cinelli
assistente alla regia Antonella Longhitano
ufficio stampa Camilla Pieri
Gli Omini Fondazione sipario toscana
I due protagonisti, Anton e Herbert, sono due cacciatori artici e portano in scena le loro imprese e la loro quotidianità. Parlano della difficoltà a superare il periodo di buio, dell’amicizia che salva e dell’importanza di raccontarsi storie per passare il tempo.
Entrambi rivivono i propri traumi e i propri momenti di riscossa, perché anche quelli che sembrano eroi nascondono debolezze e paure e possono cadere preda della vertigine polare. Tra una storia e l’altra intervengono, portando aria di circo, i veri indigeni dell’Artico: un tricheco e un inuit. I due giocano, si esibiscono in numeri clowneschi, ma sono anche un modo per affrontare il tema della resistenza, della felicità e dell’adattamento alla natura.
Scuola primaria quinte | Scuola Secondaria prime
un’idea de Gli Omini
con Francesco Rotelli, Luca Zacchini e gli animali polari di Eleonora Spezi
scrittura di Giulia Zacchini
ispirato ai racconti di Jørn Riel, edizione Iperborea
Teatro Crest
Esiste un paese, dove la prima grande regola è obbedire agli ordini del suo Capo, padrone anche della grande officina delle parole, che corregge a proprio piacimento. Questo è un grande giorno, il Capo ha deciso di fare un discorso ai suoi sudditi. Quali nuove regole li attendono? Ma l’imprevisto, si sa, è in agguato anche quando gli ordini sembrano regolare a perfezione ogni cosa. Infatti, un giorno arriva nel paese un giovane, che le regole non sa.
La storia che mettiamo in scena è un apologo buffo pensato per i ragazzi e per i ragazzi che siamo stati. Affrontiamo il tema delicato dell’esercizio della forza attraverso la parola, osservandolo con gli occhi innocenti di un ragazzo che, grazie ai suoi “errori”, trasformerà l’intero paese. Perché, si sa, che gli errori sono solo un tentativo di fare quello che non si sa.
drammaturgia Catia Caramia
regia e scene Andrea Bettaglio
con Nicolò Antioco Ximenes, Andrea Bettaglio, Catia Caramia, Nicolò Toschi
musiche Nicolò Toschi
costumi Maria Martinese
disegno luci Michelangelo Campanale
disegno del suono Roberto Cupertino
La bottega degli Apocrifi
Ci sono quelle domande che ti porti dietro da sempre. Come marcia un esercito di topi? Come si entra in un mondo magico? Come se ne esce? Come faccio a sapere quando un sogno è davvero finito?
A queste domande risponderemo insieme, con la musica. La fiaba dello Schiaccianoci di Hoffmann e l’opera musicale di Tchaikovsky si fondono in uno spettacolo teatrale e musicale dedicato ai più piccoli, custodito da musicisti-giocattolo capaci di credere ai sogni fino a farli diventare veri. Creano un mondo incantato e spalancano le sue porte a Marie, accompagnandola fino alle soglie del grande gioco della vita, quando lei aprirà la porta della sua stanza, lasciandoli lì, ma portando con sé tutto quello che le hanno insegnato.
regia Cosimo Severo
sguardo drammaturgico Stefania Marrone, Cosimo Severo
assistente alla regia Daniela Nobile
musicisti/attori Fabio Trimigno (violino), Celestino Telera (chitarra), Michele Telera (contrabbasso) Michele Rignanese (batteria), Rosalba Mondelli (fisarmonica)
collaborazione musicale Celestino Telera, Michele Lorenzo Telera e Michele Rignanese
disegno luci Luca Pompilio e Cosimo Severo
la voce di Nunzia Antonino e l’ombra di Rosa Merlino
Tam Teatro Musica
Gli autori, alimentati dalle immagini ricche di suggestioni di Chagall pittore, hanno tessuto trama e ordito fino a costruire una piccola storia. Si sono immersi nel suo mondo iconografico per farne emergere un racconto che ha dato tempo e sviluppo alla pittura. Un mondo silenzioso ha così trovato la sonorità. L’incontro tra i corpi dei due attori e le immagini pittoriche avviene all’interno di un dispositivo scenografico che consente la realizzazione di figure ibride tra il reale e il fantastico.
La videoproiezione è un terzo attore che dialoga con i corpi veri e crea suggestioni visive
riuscendo a coniugare i due piani. Il ritmo e la musicalità del gesto in forma coreografica colmano ciò che manca alla pittura per essere teatro.
Nello spettacolo avvengono continui passaggi dalla realtà del quotidiano (data attraverso le scansioni ritmiche dei gesti) alla fantasia di evasione da esso che consente di entrare nel sogno dei desideri impossibili.
Questi due mondi separati e paralleli, della realtà e del sogno appunto, si alternano sulla scena e finiscono per confondersi uno nell’altro, integrandosi tra loro fino a che non saranno più due mondi distinti, ma un unico momento che li contiene entrambi.
Gli esseri umani volano e dall’alto guardano e sognano, piangono, sorridono. Gli oggetti ricordano.
Gli animali hanno un loro silenzio, che è un sentire particolare. Colore.
Guardare i quadri di Chagall è compiere un viaggio nella poesia e nell’emozione.
Soggetti come la nascita, l’amore, la solitudine, la città, la festa, il circo, la guerra, la morte
emergono dall’interiorità del poeta-pittore e prendono forma in icone che fanno pensare ai sogni.
Cavalli, galli, capre, pesci, cicogne, asini volanti, agnelli, gatte e vacche.
Gli animali ci guardano.
E insieme agli animali, innamorati, angeli, violini, acrobati, musicisti.
E la città, immobile, il tempo, immobile.
Ogni oggetto, animale, essere umano nella pittura di Chagall è icona e in quanto tale significa.
Significa quello che ogni sguardo, di bambino o di adulto, a contatto con essa è capace di evocare.
E attraversando i suoi quadri è allora possibile inventare una storia. La nostra ricerca si concentra
nel dare corpo e voce agli esseri che popolano le sue tele e nello scrivere un racconto fatto di
ritmo, visivo e sonoro, di colori e forme plastiche che si condensano in un gigantesco gallo o nel
grembo materno di una cavalla, nel corpo di un musicista sul tetto o in quello di due innamorati che
volano sopra una città silenziosa…. e intanto da lontano arriva il suono di un violino, il vociare di
una festa….
con Flavia Bussolotto, Davide Cortesi
ideazione Michele Sambin,Flavia Bussolotto
video elaborati Raffaella Rivi
luci Alessandro Martinello
costumi e foto Claudia Fabris
musiche Enzo Carpentieri,Michele Sambin, Kole Laca
elaborazione suoni Davide Sambin Zara
regia scene immagini Michele Sambin.
Catalyst
Due personaggi all’apparenza opposti e antagonisti si affrontano, cercando di guidare il bambino nel tortuoso viaggio delle emozioni. Nel corso di questo viaggio scopriremo, però, che i due non possono vivere separati e che, solo accogliendo anche le emozioni più negative, possiamo dare spazio al coraggio e alla speranza, in un percorso di crescita e accettazione di sé.
testo e regia Mario Mascitelli
con Dafne Tinti e Giorgia Calandrini
Il potere non è sempre qualcosa di tangibile, anzi a volte ne sentiamo solo l’odore, il suono, le conseguenze. Quante volte, noi tutti, ci troviamo di fronte a cambiamenti, situazioni e decisioni che sono state preparate e costruite altrove, in un altrove indefinibile e non individuabile. I nostri protagonisti, due giovani, comuni cittadini di una Lombardia spagnoleggiante si trovano a rincorrere e rincorrersi, aiutati e ostacolati da forze invisibili, i cui proponimenti non sono mai chiari nel tempo presente ma solo a posteriori, in quella che possiamo chiamare prospettiva storica. KanterStrasse riscrive i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni come una graphic novel in bianco e nero, dove la storia principale marcia inesorabile verso un lieto fine da fiaba, ma che forse non è tale.
Tratto da I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni
regia e drammaturgia Simone Martini
con Daniele Bonaiuti, Lorenza Guerrini, Simone Martini, Alessio Martinoli
disegno luci Marco Santambrogio
scene Eva Sgrò
costumi Silvia Lombardi
Lo spettacolo è costruito come un dialogo tra due personaggi diametralmente opposti, in cui uno dei due rappresenta la tesi e l’altro l’antitesi in materia di sostenibilità ambientale. Giorgia e Riccardo sono due bagnanti in vacanza, che si ritrovano a condividere lo stesso pezzo di spiaggia, nonostante le diversissime abitudini e preferenze. Tra una battuta e l’altra, emerge come la totale ignoranza di Giorgia sul tema del cambiamento climatico l’abbia portata negli anni ad assumere comportamenti sbagliati nei confronti dell’ambiente, danneggiando sé stessa e il mondo circostante.
Nel corso dello spettacolo è facile schierarsi con il personaggio di Riccardo, che porta avanti la sua lotta allo spreco, ma non è altrettanto facile avere comportamenti sostenibili nella nostra vita di tutti i giorni. È così che anche lo spettatore si immedesima nel personaggio di Giorgia ed è spinto alla riflessione: che cosa possiamo effettivamente fare per il nostro futuro?
Proprio quando sembra che tra i due personaggi non possa stabilirsi alcun tipo di comunicazione, ecco che un barlume di speranza ci ricorda che il cambiamento inizia in primo luogo da dentro.
Un progetto a cura di Riccardo Rombi
con Giorgia Calandrini e Guido Targetti
L’AMICO RITROVATO
Una delle più belle storie mai scritte, un classico della nostra letteratura, un
racconto magistrale, “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman è la storia di una
grande amicizia “del cuore” messa a dura prova dalle leggi raziali, di un’intesa
perfetta e magica nell’Austria che assiste all’ascesa inarrestabile di Hitler. Il
giovane figlio di un medico ebreo e il rampollo di una famiglia aristocratica
ariana simpatizzante nazista e la loro storia schiacciata dalla Storia con la S
maiuscola; la nascita di un legame che, nonostante le differenze di classe, di
carattere e di cultura, trasformerà profondamente e segnerà
irrimediabilmente i due protagonisti. L’amicizia adolescenziale (che resiste al
di là del tempo o degli errori che tutti noi commettiamo), il peso
delle differenze sociali, l’insensatezza delle discriminazioni razziali, il coraggio
di compiere scelte scomode, l’orrore della guerra e del regime nazista. Il racconto di formazione teso, struggente e appassionante di Uhlman prende
corpo sulla scena in tutta la sua potenza poetica.
da Fred Uhlman
traduzione, adattamento e regia di Ciro Masella
con Ciro Masella e Filippo Lai
Uno spettacolo che si rivolge all’immaginario dei giovanissimi studenti. A partire dalle parole e dalle filastrocche che Anna Sarfatti ha dedicato alla nostra carta fondamentale, Riccardo Rombi ha costruito una cornice narrativa singolare e suggestiva. Vulcania è una nave che attraversa la storia del 900 come transatlantico, poi nave militare e ospedale, torna a solcare l’oceano, rotta Genova/Napoli/New York… ma è anche un non luogo, un punto di partenza, un mezzo per viaggiare e raggiungere nuovi orizzonti, un punto d’arrivo. Siamo nel 1947. Bice, una astronoma fiorentina, e Fifì, un maestro siciliano, vivono clandestinamente sul Vulcania dal ‘44. Sfuggiti alle retate fasciste, non sanno che la guerra è finita, sono ignari di tutto. Ma a nascondersi non sono i soli, anche le cameriere Lia e Rosa hanno i loro motivi per non scendere dalla nave… L’Italia è un luogo dove tutto sta per ripartire. La monarchia e il fascismo non esistono più e l’Assembla Costituente sta lavorando alla carta dei diritti, una legge fondamentale del nuovo stato democratico italiano. I nostri protagonisti, come i bambini a cui si rivolge lo spettacolo, per la prima volta sentono parlare di diritti e doveri del cittadino e sentono nell’aria il vento del cambiamento, le sue promesse. E’ così che cominciano a immaginare una Carta che rappresenti la loro terra, che unisca, difenda e protegga ogni cittadino, dalle vette delle Alpi alla madunnina del Duomo di Milano fino alle tonnare siciliane, e oltre ancora…
Dal libro di Anna Sarfatti “La Costituzione raccontata ai
bambini” adattamento e regia Riccardo Rombi
con Riccardo Rombi, Valeria Angelozzi, Giorgia Calandrini, Dafne Tinti
luci e suono Martino Lega
Pem Habitat Teatrali
1932. Decimo anno dell’era fascista.
Sulla panchina di un parco di Milano un gruppo di ragazze lancia un’idea, per gioco, quasi per sfida: giocare a calcio.
Fondarono il GFC (Gruppo Femminile Calcistico), la prima squadra di calcio femminile italiana che in breve raccolse intorno a sé decine di atlete. Gli organi federali in principio assecondarono l’iniziativa, consentendo loro di allenarsi, ma non di giocare in pubblico. Inoltre dovevano usare un pallone di gomma e non di cuoio, indossare la gonna non i pantaloncini, passare la palla solo rasoterra e in porta dovevano far giocare dei ragazzini adolescenti. Tutto questo per preservare le loro “capacità riproduttive”.
Nonostante ciò, la loro avventura sportiva riuscì caparbiamente a resistere per quasi un anno, quando, proprio alla vigilia della loro prima partita ufficiale, il regime le costrinse a smettere di giocare.
La loro fu una sfida al loro tempo, al regime, alla mentalità dominante che vedeva nel calcio lo sport emblema della virilità fascista.
Di questo pugno di ragazze, che a loro modo sfidarono il duce e la cultura del loro tempo, alcune si riciclarono in altri sport, altre uscirono dalla storia, altre ancora entrarono in una storia più grande, partecipando dieci anni dopo alla lotta partigiana.
La loro epopea è raccontata con ironia e leggerezza da un trio di attrici che, mischiando comicità, e narrazione ci mostra come, pur a distanza di tanti anni e di tante battaglie, certi pregiudizi siano duri a morire e come la lotta per la libertà e i propri diritti passi anche attraverso lo sport.
regia Laura Curino
con Federica Fabiani, Rossana Mola, Rita Pelusio collaborazione artistica Marco Rampoldi adattamento drammaturgico Domenico Ferrari con la collaborazione di Laura Curino, Rita Pelusio scene e scelte musicali Lucio Diana
realizzazione costumi e
assistente alla regia Francesca Biffi
datore luci Valentino Ferro
co-produzione
PEM Habitat Teatrali, Rara Produzione
con il sostegno di
Fondazione Memoria della Deportazione e della Sezione A.N.P.I. Audrey Hepburn